AstrazeNeca diventa Vaxzevria. Il vaccino che, nell’ultimo periodo, ha fatto così tanto parlare di sé cambia nome e vengono aggiunte anche ulteriori indicazioni nel foglietto illustrativo.
Le indicazioni aggiornate riguardano gli effetti collaterali. L’azienda produttrice, anglo-svedese, ha provveduto a chiarire le motivazioni.
Se qualcuno pensa che il cambio nome sia una mossa ad hoc per sviare l’attenzione dalle notizie allarmanti che circolano in merito alla sua presunta pericolosità, sappia che non è per questo.
AstraZeneca diventa Vaxzevria, le motivazioni
Sul sito dell’EMA (European Medicine Agency) il vaccino si presenta già con la nuova denominazione e con l’aggiunta della specifica sugli effetti collaterali.
Il cambio nome è una prassi che avviene semplicemente al termine della procedura seguita prima di registrare definitivamente un farmaco. L’azienda anglo-svedese spiega, infatti, che la scelta del nome per un farmaco viaggia svincolata “dall’approvazione normativa e regolatoria del farmaco stesso“.
Il nome che ormai conosciamo in realtà altro non è che la sigla generica del farmaco: Anti-Covid-19 Vaccine (ChAdOx1-S [ricombinante]) con il nome dell’azienda che lo produce, la AstraZeneca appunto.
Ora, in fase di definitiva registrazione, assume il vero e proprio nome: Vaxzevria.
Nient’altro che prassi insomma. Nessun allarme.
Le integrazioni al foglietto illustrativo
E’ la stessa EMA a richiedere all’azienda produttrice del vaccino le integrazioni sugli effetti collaterali. Trovate qui ♠️ il foglietto illustrativo e di seguito l’estratto sugli effetti collaterali.

Come vedete, compaiono trombosi e trombocitopenia (piastrinopenia/ipopiastrinemia). Quest’ultima, tuttavia, compare spesso in molti dei foglietti illustrativi dei vaccini somministrati ai bambini (ndr).
Consiste principalmente e sinteticamente in una drastica diminuzione dei trombociti (piastrine) nel sangue, che di conseguenza non coagula come dovrebbe.
Il pericolo sta nelle emorragie che non troverebbero freno. Chi scrive ricorda personalmente il caso di un bambino che, giocando in casa, si era riempito di macchie rossastre ed ematomi, dopo aver solamente urtato degli oggetti.
Si rimanda alle sedi mediche (virtuali e non) opportune per ulteriori chiarimenti sugli effetti collaterali citati.
In conclusione
Trombosi e trombocitopenia entrano dunque nell’elenco degli effetti collaterali noti, dopo il numero di casi verificatisi, tuttavia questi non sono ancora sufficienti per poter fare una stima della loro frequenza. Lo studio continua (soprattutto in Germania, sul perché si verificano e come curarli).
La domanda che nasce spontanea è: quando terminerà la sperimentazione?
Ai posteri l’ardua sentenza (cit.).

– Postilla –
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