La superstizione del carro funebre è molto diffusa e radicata nella credenza popolare e affonda le sue radici in tempi antichi. Anche in questo caso, esse si ricollegano ad eventi ed associazioni di pensieri concreti, i quali, nel corso del tempo e con il mutare delle epoche, si smaterializzano e prendono la forma di superstizione, con i relativi riti scaramantici.
Le origini della superstizione sul carro funebre
Già all’epoca dei Romani, il passaggio di un carro funebre trainato dai cavalli (il cui numero era assai rilevante) rappresentava un presagio di morte imminente. Quel presagio era strettamente collegato al simbolismo sulla Morte, rappresentata materialmente dal carro adibito a trasportare i defunti, verso la sepoltura o la cremazione.
La Morte era considerata un evento inevitabile ed anche temuto, quindi vedere un carro funebre, di suo associato ad Essa, suscitava preoccupazione ed ansia. Nonostante non venisse mai meno il rispetto per i defunti, il cui Spirito erano convinti potesse influenzare la vita dei vivi. Di rimando, allo scopo di allontanare la Morte il più possibile, cercavano di ingraziarsi gli Dei per evitare e scongiurare la cattiva sorte.
Consideravano inoltre il passaggio del carro funebre come un segno o un presagio. Convinti che le Divinità si manifestassero attraverso gli eventi e i fenomeni naturali. Poteva dunque rappresentare un segno mandato dagli Dei per avvisare che qualcuno nella propria famiglia o comunità stava per morire.
Vien da sé che la circostanza era interpretata come un evento negativo, sfortunato, associato a Morte e perdita e di conseguenza influenzava negativamente la vita di chi incontrava il carro funebre.
Da bravi superstiziosi, i Romani cadevano preda del timore e dell’incertezza per l’Aldilà, ancora più profondi se era morto un parente o un amico, e correvano ai ripari prodigandosi in preghiere e riti per attrarre il favore e la protezione degli Dei o di Spiriti specifici.
I rimedi scaramantici romani
Scaramanticamente i Romani ricorrevano anche ad altri rimedi, oltre che ad appellarsi alle Divinità.
Consideravano il ferro capace di proteggere dalle negatività, così si affrettavano a toccare qualcosa composto da questo materiale.
Sputavano 3 volte dietro la spalla sinistra, per scacciare Spiriti maligni e negatività, correvano ad indossare amuleti protettivi.

Il medioevo e la peste
Verso la fine del 1347 in Europa arriva la peste nera. Colpirà ad ondate raggiungendo il picco dalla metà del 1300 alla metà del 1400, diventando poi endemica. L’ultima grande pestilenza si avrà nel 1720.
La malattia devasta intere popolazioni e la figura del carro funebre piena di persone morte di pestilenza rievoca la allora attuale e concreta paura di essere contagiati, in chiunque incrociasse quel carro.
Possiamo indubbiamente considerare questa come la circostanza concreta, richiamata all’inizio, smaterializzatasi nel tempo, diventata la superstizione conosciuta oggi. Vedere un carro funebre è il memento sulla inevitabilità della Morte.
Alcuni significati legati al carro funebre e alla sua superstizione
Paese che vai, usanza che trovi, recita il detto.
In alcuni paesi africani, se durante il percorso funebre il carro si ferma 3 volte, in famiglia ci saranno altrettante morti.
Negli USA si credeva che se il carro funebre, durante il viaggio, si fosse parcheggiato davanti alla casa di qualcuno o sul suo vialetto, avrebbe portato la Morte nella famiglia che la abitava.
In base alle culture varia anche il significato quando lo si incrocia vuoto o con la bara all’interno.
Se ha la bara all’interno porta fortuna, ancora di più se va nella direzione opposta alla nostra. Ciò non toglie la necessità di un gesto scaramantico. Se al contrario è vuoto, porta sfortuna, richiamando l’eventualità di un presagio di morte (va riempito)/negatività per chi lo incrocia (in alcune zone si ritiene la porti solo per 3 giorni).
Le cose da evitare quando si incrocia un carro funebre
Alcune culture suggeriscono inoltre che non si dovrebbe mai trasportare il defunto con la propria auto, perché in questo modo si attirerà la Morte sulla propria famiglia. Al pari, salvo non lavoriate in un’impresa funebre, non dovreste mai mettervi al volante di un carro funebre, ancora di più se nuovo. Affrettereste la vostra dipartita. In realtà non dovreste proprio salirci.
Se nel vostro percorso vi imbattete in un corteo funebre, per carità non lo interrompete! Oltre alla mancanza di rispetto per il defunto e chi lo accompagna, vi tirate addosso tanta sfortuna.
In più non si dovrebbe mai percorrere lo stesso tragitto del carro funebre, per cui, se lo incrociate, andate dalla parte opposta (tradizione osservata dall’Africa agli Appalachi). In questo modo scongiurate la possibilità che lo Spirito del defunto (o degli Spiriti che lo accompagnano) vi segua e si stabilisca dove siete voi.
Se vi fermate per far passare il corteo funebre, guardavi bene dal contare le macchine che lo compongono. Altrimenti quel numero sarà quello dei giorni che saranno detratti alla propria vita. Eviterete che accada toccando i bottoni della propria camicia o indumenti.
E se inavvertitamente si nota il proprio riflesso sul carro funebre? beh, potrebbe essere il segno di una dipartita imminente. Della persona a cui appartiene il riflesso.
Nella foto che segue potete vedere un vecchio carro funebre. Pensate che strage!

Carro funebre e superstizione: i rimedi scaramantici
Rievocando gli Egizi, che seppellivano i propri morti con beni materiali perché potessero accompagnarli nell’Aldilà, nelle Filippine le persone usano gettare monete davanti al carro funebre.
In Italia si usa toccare ferro, fare le corna o sputare 3 volte dietro la spalla sinistra, proprio come per i Romani. Oppure gettarsi sulle spalle un po’ di sale. Se il carro funebre è pieno, farsi il segno della croce, se vuoto, gli uomini dovrebbero toccare i propri “gioielli di famiglia” (deriva dal culto di Priapo, divinità romana) e le donne il proprio seno sinistro (dal culto sempre romano della Dea Diana Efesina).
Ho richiamato più sopra il gesto di toccare un bottone, il rimedio completo è di farlo finché un uccello non vola altrove (simbolo di libertà e rinascita). E’ una tradizione “porta fortuna” che risale all’Inghilterra della Regina Vittoria, che dimostrava anche rispetto per il defunto.
In Giappone invece, i bambini nascondono i pollici. In questa cultura rappresentano i genitori e così facendo li proteggono dal cattivo presagio di Morte.

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