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Egg Crack Prank: la nuova challenge che “usa” i bambini per i like

- Settembre 1, 2023

La Egg Crack Prank Challenge (scherzo con il crack, la rottura, dell’uovo) è la nuova tendenza sbarcata anche in Italia dall’America.

Gli hashtag (o alcuni di essi) che la veicolano sono: #eggprank, #eggcrackingprank, #eggcrackchallenge o semplicemente #eggchallenge.

Questa nuova tendenza ci regala genitori, madri soprattutto, che rompono un uovo sulla fronte dei propri figli, dei quali pochi sono adolescenti perché le visualizzazioni maggiori si hanno quando sono piccoli. E parliamo di numeri molto alti di visualizzazioni.

In cosa consiste la Egg Crack Prank Challenge

Il genitore propone al figlio o alla figlia di cucinare qualcosa assieme. Nel momento in cui davanti c’è la ciotola in cui rompere le uova, scatta lo scherzo: crack! e l’uovo si rompe sulla testa della propria prole. Tutto rigorosamente davanti alla camera dello smartphone, perfettamente posizionata in anticipo.

Chiaramente anche questa Challenge ha visto le persone schierarsi o dalla parte della indignazione o da quella della sdrammatizzazione.

Entrambe le posizioni godono dei propri punti di vista e sentenziano l’una contro l’altra a vicenda. Una cosa tuttavia è comune: coloro che subiscono lo scherzo, i bambini, non vengono interpellati. Subiscono e basta. Davanti ad un obbiettivo, per un video che ha come sostanza il prenderli in giro e, diciamolo, umiliarli. Per cosa? Così, perché questa tendenza è divertente.

I motivi delle critiche

Il titolo scelto per questo articolo, potrebbe sembrare poco imparziale, in realtà semplicemente vuole circoscrivere la questione per quella che è.

Ed è esattamente ciò che fa storcere il naso a chi critica. Si, è vero, siamo in un’epoca dove i Social Media sono le finestre da cui ci si affaccia sul mondo, si sottolinea la nostra presenza, sono gli occhi con cui si guarda e ci si fa guardare.

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Non vogliamo certo condurre un’analisi psicosociale tuttavia è innegabile che un video si posta perché altri lo guardino. Ed è altrettanto innegabile che vi sia un certo senso di soddisfazione quando ottiene consensi, visualizzazioni, apprezzamenti e commenti.

Ci si iscrive su un Social per dire che anche noi ci siamo, facciamo parte di quella realtà composta da tantissime persone, di pensieri, di parole, di aggregazioni.

Ebbene, in quella realtà ci sono anche i “nuovi” adulti. Ed ecco una delle critiche più aspre: quelli che dovrebbero dare l’esempio di maturità comportamentale ai più piccoli, sono i primi che, per soddisfare il proprio ego con un pizzico di popolarità, non esitano a pubblicare le umiliazioni dei propri bambini dandole in pasto alle risate altrui.

Di certo non hanno alcuna intenzione di umiliare, ci mancherebbe altro, semplicemente non pensano che possa accadere. E invece accade eccome.

E’ comprensibile che si ritenga esagerata la critica fatta da una dottoressa in merito all’esposizione dei piccoli alla salmonella (quando il liquido dell’uovo scivola sugli occhi dei bambini).

Altrettanto (o forse no?) quella di chi afferma che un uovo non sempre si rompe subito ma a volte è necessario urtarlo più volte. E se ciò avviene sulla fronte di un “toddler” può far male. Anche questa è una conseguenza che, certamente, in buona fede non viene considerata.

Le reazioni dei bambini dopo l’Egg Crack Prank

Come reagiscono i bambini alla Egg Crack Prank Challenge? Tutti rimangono in prima battuta spaesati. Dai più piccoli ai più grandicelli.

Poco dopo c’è chi piange, chi dice che “non è affatto divertente” e se ne va risentito/a o che afferma “non mi piace questa cosa”, chi ride a sua volta (ma tradisce l’essere spiazzato/a quando guarda la camera). Chi chiede al genitore perché lo abbia fatto, chi reagisce con la stessa moneta. Quasi tutti guardano anche la camera dello smartphone, comprendendo che la situazione (che non capiscono) è stata ripresa.

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Alla sottoscritta è bastato un video per capire cosa sia passato nella mente di una bambina molto piccola, questo:

Fa qualcosa con il genitore, dunque è serena, contenta e pronta a partecipare. Poi improvvisamente l’uovo in fronte. Le fa male, sicuramente non è stato piacevole. Guarda la madre, di cui si fida, un po’ perplessa, perché è stata proprio lei a compiere quel gesto che non ha compreso. Mentre si chiede cosa significhi tutto questo, gli occhi si fanno rossi e lucidi e accennano un pianto istintivo e imminente.

Guarda la camera dello smartphone, che con altissima probabilità associa alla mamma perché le fa tanti video e foto abitualmente. Sospira rassicurandosi che è uno di quei momenti (che associa alla quotidianità), quindi va tutto bene, e accenna un sorriso, pronta ad un nuovo momento da immortalare in qualche feed della madre.

Ma non è ancora convinta. Cerca di capire cosa sia successo. Guarda l’adulta, poi arriccia il nasino e si volge altrove, cercando di interessarsi a qualcosa che non la lasci interdetta.

Le risate degli adulti e la dignità dei bambini

Ora, il genitore di questa bambina non si è prodigato in grasse risate anzi in una carezza rassicurante.

Tantissimi altri invece si. Ben contenti e fieri di postare quel contenuto on line. Dove tanti (si spera) altri rideranno. Di quel o quella bambina che avrà imparato un bel paio di cose: che fare scherzi umilianti e pubblicarli va bene oppure che del genitore con un telefonino in mano è meglio non fidarsi.

Ma del resto è ormai da tempo che i bambini sono le vittime degli scherzi dei propri genitori. Non dimentichiamo i video in cui li si terrorizza appositamente per poi pubblicarne le reazioni on line.

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Una mancanza di rispetto della loro dignità impotente, che tuttavia gioverà di quella mancanza di empatia del proprio genitore quando, crescendo, avrà paura o diffidenza di qualcosa, senza sapere il perché.

E tutto ciò per cosa? Per la dilagante superficialità con cui si nutre il proprio ego, “per un pugno di dollari” (anche qui si aprirebbe un bel capitolo) o meglio, per un pugno di like.

Img da risorse gratuite (img copertina da video) – Testo by IlPumoGiallo©

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Sono nata nel '77, Avvocato e scrittrice. Appassionata di arte e musica, di letteratura e retorica, di storia e di filosofia, faccio della creatività lo svago dalle mie passioni. Amante delle parole in ogni loro forma, scritta e non scritta, mi piace scrivere perché, citando Cesare Pavese, riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla (Cesare Pavese, 4 maggio 1946).

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