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Foto private sui Social i rischi che si corrono

- Marzo 4, 2023

Pubblicare le foto private sui social network è prassi comune ma non tutti probabilmente conoscono i rischi che si corrono.

E spesso non si tiene conto neanche di cosa comporta pubblicare foto altrui, comprese quelle dei propri figli. In questo articolo si cercherà di fare un po’ di chiarezza.

foto private sui social i rischi

Rischi per chi pubblica le foto private sui social

Su 60.000.000 di cittadini, circa 58 milioni di italiani hanno accesso ad Internet e oltre 43 milioni sono attivi sui social network.

Un fenomeno ormai entrato a far parte della vita di tutti. Ed infatti ad ognuno è capitato almeno una volta di condividere foto private via social.

Questo tuttavia nasconde molti rischi per la privacy ed espone il soggetto a diventare vittima di reati cibernetici.

Vediamo quindi a cosa fare attenzione quando condividiamo delle immagini su piattaforme online e come possiamo tutelarci dai malintenzionati.

A cosa fare attenzione e come tutelarsi

La tecnologia oggi permette di catturare i momenti della nostra vita molto facilmente, momenti che condividiamo con piacere con parenti e amici in pochi clic.

Qualche volta mettere le foto private sui social è dimostrazione di una condizione patologica, che può sfociare nella dipendenza da social network. O altre forme di Internet addiction.

Chi si lascia andare alla FOMO (Fear Of Missing Out ovvero “paura di essere tagliati fuori”) per esempio.

E chiunque decida di postare delle foto private sui social o le condivida con altri tramite app di messaggistica istantanea (WhatsApp, Instagram, Messenger ecc…).

Il rischio è di esporsi a rischi di furto di identità, truffa, estorsione, violazione della privacy e diritto all’immagine, solo per citare quelli diretti.

Ora vediamo in dettaglio le situazioni più rappresentative, per capire meglio quanto possono essere gravi le conseguenze.

– Furto di identità online

Negli ultimi anni in Italia avviene un furto di identità digitale ogni 20 minuti. Infatti, l’uso illecito delle immagini personali è previsto dal Codice Penale come aggravante dei reati di:

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sostituzione di persona: quando si vuole trarre vantaggio o arrecare danno ad altri facendosi credere qualcun altro. Per esempio creando un profilo social con la foto e il nome di un’ignara vittima del furto di identità;

frode informatica: un soggetto altera un sistema informatico per trarne un vantaggio, usando l’identità digitale altrui. Le foto della vittima potrebbero servire per aggirare un sistema di riconoscimento facciale, riuscendo così ad avere accesso ai conti bancari.

Senza dimenticare le:

truffe romantiche, altrimenti dette “romance scam”: qualcuno registra un account sui social network copiando i dati e le fotografie di un altro profilo. Agendo sotto falsa identità, il criminale adesca la sua vittima con insistenti corteggiamenti, affinché si crei un clima di fiducia, e presto si fingerà innamorato.

Una volta instaurata una buona confidenza farà richieste di denaro e di immagini molto private ed intime, con lo scopo di arricchirsi. Qualora la vittima si rifiutasse, il falso innamorato sicuramente attuerà una vera estorsione. Pretenderà i soldi con la minaccia di divulgare le foto private via social.

Il fenomeno delle truffe amorose è in continuo aumento e quasi sempre viene messo in atto da organizzazioni criminali internazionali. La maggioranza opera da Paesi africani (in prevalenza Costa d’Avorio e Nigeria) e balcanici. Paesi in cui è più difficile la collaborazione con le locali Autorità, oltre ad esserci una scarsissima trasparenza dei flussi finanziari.

– Reato di violazione della privacy

Poche persone leggono le condizioni contrattuali d’uso delle piattaforme social. Sono spesso lunghe, noiose e scritte con dei termini legali poco facili da capire per chi non è del settore. Tuttavia, i social network danno all’utente la responsabilità di tutto quello che pubblica.

Parlando delle fotografie, chi condivide delle immagini deve avere avuto l’autorizzazione delle persone ritratte. O comunque di chi è il titolare dei diritti di sfruttamento economico dell’immagine di un oggetto.

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Se quell’autorizzazione non c’è, si commette la violazione delle norme sulla privacy previste dal GDPR. Il Codice della Privacy prevede espressamente il reato per il trattamento illecito dei dati personali, che è ancora più grave se riguarda i minori.

Per pubblicare le foto dei minorenni sui social è indispensabile il consenso espresso di entrambi i genitori. O di chi altro ne esercita la potestà genitoriale (genitori affidatari o tutore legale per esempio). 

Quando possiamo condividere una foto di altre persone

Il principio generale è quindi che non è possibile divulgare le foto di un’altra persona sulle reti sociali senza aver avuto il suo consenso. Però esistono delle eccezioni indicate dalla legge.

È possibile divulgare le foto via social di una persona famosa. Famosa per le sue qualità personali o per la funzione pubblica ricoperta.

La divulgazione è altresì consentita per necessità di giustizia o di polizia (ad esempio per ritrovare una persona scomparsa). Per scopi scientifici, didattici e culturali, o perché collegata a fatti, eventi di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.

Comunque l’esposizione o la messa in commercio dell’immagine non deve ledere l’onore, la reputazione e il decoro della persona ritratta.

Forse ti stai chiedendo: “Tutto questo vale anche se la persona interessata ha già postato le sue foto private sui suoi profili social?”. La risposta è articolata.

Quando creiamo un account social accettiamo le condizioni in termini d’uso. E queste, come abbiamo detto in precedenza, quasi sempre scaricano sull’utente la responsabilità di tutto quello che condivide.

Ciò comporta che il consenso dato al momento della registrazione su un social riguarderà la divulgazione solo all’interno di esso. Quindi non siamo autorizzati a prendere liberamente le foto private che una persona ha condiviso per farne libero uso fuori da quella piattaforma.

foto private sui social i rischi

Foto private sui social, come proteggere la privacy e limitare i rischi

Oggi esistono molti accorgimenti tecnologici per tutelare la nostra riservatezza in rete in modo efficace. Dobbiamo tuttavia ricordare che alcune tracce di quello che facciamo online non possono essere eliminate.

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Ecco un vademecum per stare al sicuro:

Controllare i termini e le condizioni d’uso. Devono includere le regole riguardanti la titolarità delle informazioni e dei contenuti che verranno condivisi nel profilo. E inoltre l’informativa sul trattamento dei dati personali e per cosa e da chi verranno utilizzati.

Rifiutare il trattamento dati per finalità di marketing. Significa che i dati immessi quasi sicuramente saranno ceduti ad altri soggetti esterni, rendendo difficile controllare che fine faranno.

Scegliere attentamente il nome. Meglio adottare uno pseudonimo pubblico se l’esposizione del nome reale non è necessaria, come ad esempio per le pagine professionali.

Limitare al massimo le informazioni personali. Mai fornire più informazioni di quelle strettamente necessarie, anche se sono destinate a spazi non visibili pubblicamente.

Fare attenzione ai metadati delle foto. L’esposizione della posizione rilevata dal GPS può interessare malintenzionati, come ladri o stalker, che possono così vedere dove siamo per compiere i propri atti.

Settare attentamente le preferenze di condivisione. Spesso i social network consentono di impedire ad altri la visione totale o parziale dei contenuti di un profilo. Oltre all’elenco degli amici e dei like. Inoltre, si può scegliere se accettare o meno le richieste di amicizia, i messaggi e le chiamate da profili che non conosciamo.

Attivare gli strumenti di protezione per i minorenni. Ormai tutti i grandi social hanno implementato all’interno degli strumenti per monitorare e limitare l’uso da parte dei figli minori.

Img da risorse gratuite – Testo by IlPumoGiallo©

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Sono nata nel '77, Avvocato e scrittrice. Appassionata di arte e musica, di letteratura e retorica, di storia e di filosofia, faccio della creatività lo svago dalle mie passioni. Amante delle parole in ogni loro forma, scritta e non scritta, mi piace scrivere perché, citando Cesare Pavese, riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla (Cesare Pavese, 4 maggio 1946).

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