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Il corno portafortuna si è rotto? è buon segno!

- Maggio 3, 2022

Il corno portafortuna si è rotto? Non iniziate a disperarvi, in realtà è buon segno. In questo articolo vi spiegherò il perché.

Se siete preoccupati/e perché il corno portafortuna che vi hanno regalato si è rotto, sicuramente fate parte di coloro che ci credono, altrimenti non vi sareste messi/e a cercare lumi sul web. Anche se pensate: in realtà non ci credo ma non si sa mai.

Ebbene, facciamo una doverosa premessa.

Perché il corno è un portafortuna?

Il motivo non risale alla notte dei tempi ma all’epoca preistorica si. L’uomo cacciava e, a parte l’uso pratico che faceva dei corni (e delle zanne) animali, usava mostrare le proprie abilità di caccia e di conseguenza il proprio potere, la propria forza, appendendo i corni sopra l’ingresso della propria caverna prima e poi delle abitazioni.

Più ne appendeva, più grandi soprattutto erano, più incuteva timore (e rispetto) in coloro che potevano essere suoi nemici. In un certo qual modo si proteggeva anche da essi.

In epoche successive vediamo anche spuntare le corna sugli elmi dei combattenti (i Vichinghi ad esempio).

Ma il corno era considerato pure simbolo di fertilità e prosperità. Più un popolo era fertile, più era potente, quindi la fertilità era considerata una fortuna.

La convinzione trova inoltre ricco nutrimento nelle vicende delle antiche divinità. Associato al Dio della prosperità, Priapo (ne rappresenterebbe il fallo sostituito poi dal corno per questione di decoro dal Cristianesimo, N.d.A.), protegge dalla sfortuna (i Greci ne erano certi), oltre che rappresentare una calamita per ciò che si desidera.

E’ nel territorio partenopeo che la tradizione del corno portafortuna si radica maggiormente oltre che iniziare ad avere una cospicua produzione nel Medioevo.

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E nel passato troviamo anche il motivo per cui il portafortuna per eccellenza è rosso: perché rosso è il sangue (della vita e dei nemici abbattuti), ed è un colore considerato potente, tanto da rendere più efficaci i talismani di quel colore.

Perché combatta efficacemente la mala sorte, il corno rosso deve avere altre caratteristiche.

il corno portafortuna si è rotto
Due dei miei corni di casa.

Le caratteristiche fondamentali

  1. Il portafortuna deve essere rosso, meglio ancora se di corallo, considerato eccellente avverso il malaugurio e protettore delle donne incinta;
  2. Deve essere fatto artigianalmente, dunque realizzato a mano: è l’artigiano a trasferirgli la positività con le proprie intenzioni.
  3. E’ fondamentale che venga regalato.

Queste sono le classiche 3 R, alle quali un napoletano aggiungerebbe: “tuosto, stuorto e cu ‘a ponta“.

Tuosto ovvero rigido, fatto di un materiale che possa rompersi; stuorto, deve quindi attorcigliarsi su se stesso; cu ‘a ponta, deve necessariamente essere appuntito.

Partiamo da quest’ultima caratteristica. Deve essere appuntito. Perché inizi ad avere efficacia sulla persona a cui è stato regalato, la persona deve farsi pungere il palmo della mano sinistra con la punta.

Se si vuole usare per proteggere la casa dalla negatività di chi vi entra, va strofinata la punta sulla porta e appeso all’ingresso.

Storto, probabilmente per attorcigliare a sé la mala sorte (o perché il fallo di Priapo era rappresentato così) e rigido, deve potersi rompere.

Il corno portafortuna rotto

Ed eccoci al motivo per cui c’è da essere felici se il corno si è rotto. Come dicevo più su, è fatto proprio con materiali che possono rompersi.

Quando ciò accade, significa che il talismano ha svolto il suo dovere. Saturo di energia negativa ha terminato il suo compito verso il possessore, lo ha protetto dalla mala sorte (e da chi gliela ha augurata), quindi non serve più. E si rompe.

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Non va assolutamente aggiustato, ormai non avrebbe più potere di proteggere.

Oggi, alla sottoscritta, se ne sono rotti ben 2 fra quelli che mi hanno regalato. Contemporaneamente!

Li vedete nelle immagini dell’articolo. Di uno, oltre ad essersi spezzato a metà, si è rotta in due parti anche la punta, doveva essere proprio saturo. Ed in effetti ho ricevuto poco dopo un’ottima notizia, di quelle su cui ormai hai perso le speranze.

Sarà un caso? Chissà.

– Postilla –

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà de Il Pumo GialloE’ vietata la riproduzione, sia pure parziale, del testo. Qualsiasi violazione di copyright sarà perseguita a norma di legge.

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Sono nata nel '77, Avvocato e scrittrice. Appassionata di arte e musica, di letteratura e retorica, di storia e di filosofia, faccio della creatività lo svago dalle mie passioni. Amante delle parole in ogni loro forma, scritta e non scritta, mi piace scrivere perché, citando Cesare Pavese, riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla (Cesare Pavese, 4 maggio 1946).

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2 Comments
    Giuseppe

    E che tu sappia, cosa si fa con un corno spezzato? Lo si butta semplicemente nella spazzatura? C’è un rituale, tenere un corno spezzato porta male?

      Tea Post author

      Ciao e grazie per il commento!

      Il corno spezzato ha ormai espletato la sua funzione, proteggendo il proprietario da chi gli ha voluto male. Non c’è un rito da eseguire in realtà, quindi potresti anche gettarlo via. Ti dirò cosa ho fatto io con il mio: una volta rotto, l’ho chiuso in un sacchettino e messo via in un cassetto. Ma se vuoi essere proprio scaramanticamente tranquillo, devi mandarlo lontano da te. Gettalo dove c’è acqua che scorre esattamente come si può fare in caso di specchi rotti.

      Un saluto e un sorriso!

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