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La Pantafica, l’inquietante leggenda della strega notturna

- Settembre 1, 2023

Tra le figure spettrali presenti nel panorama delle credenze popolari c’è la Pantafica. È una sorta di strega, o demone, che caratterizza l’immaginario della tradizione dell’Abruzzo e delle Marche. Questa entità si manifesta durante le ore notturne e decide chi disturbare, cercando anche di soffocare il malcapitato mentre sta dormendo.

Chi è la Pantafica

La Pantafica, secondo la credenza radicata nella cultura popolare, rappresenta un’entità spettrale femminile, contraddistinta da occhi demoniaci. Tra le credenze popolari più consolidate e inquietanti dell’Abruzzo e delle Marche emerge questa figura, chiamata anche “Pantafiche“, “Pandafeche“, “Pandafrica” o “Pantafrica”.

Ti è mai capitato di svegliarti nel cuore della notte e di sperimentare una paralisi, un blocco completo del movimento, affiancato da una sensazione di oppressione e terrore? Penso proprio di sì! Questa brutta sensazione l’abbiamo provata tutti, almeno una volta nella vita. Dal punto di vista medico, si tratta delle cosiddette apnee notturne.

Nell’immaginario abruzzese e marchigiano tuttavia, queste esperienze si collegano alla presenza della Pantafica.

Che cos’è la paralisi nel sonno/paralisi ipnagogica

Durante il processo di addormentamento e/o di risveglio, la muscolatura volontaria viene inibita. La capacità dei movimenti oculari volontari invece, rimane attiva. Questa circostanza è definita paralisi del sonno ovvero paralisi ipnagogica. Il fenomeno è caratterizzato da una persistenza dell’atonia muscolare, stato tipico delle fasi REM del sonno (anche quando si è semi svegli).

In questa particolare condizione possono manifestarsi esperienze strane, come allucinazioni visive e uditive, la sensazione di essere fuori dal proprio corpo, la percezione di levitare e la presenza di intrusi (spesso sotto forma di ombre) nella stanza da letto.

Sono inoltre frequenti la sensazione di oppressione al petto e la difficoltà a respirare. Questi sintomi tuttavia, derivano dal ritmo respiratorio caratteristico della fase REM del sonno e persistono anche durante la veglia.

L’associazione tra i sintomi somatici tipici della fase REM e la consapevolezza dell’incapacità di muoversi scatena una risposta di paura nel cervello (una sorta di risposta “lotta o fuga”). Questa risposta può intensificare i sintomi e generare un senso di agitazione, anche considerando l’immobilità che si verifica in questo stato.

La Pantafica e la credenza popolare

Secondo la credenza popolare invece, è la Pantafica a generare questa sorta di paralisi nel sonno. Si narra che questa entità spettrale di genere femminile, dagli occhi demoniaci, agisca durante le ore notturne, posizionandosi sopra le persone, in particolare le donne. Copre la bocca della vittima con un gesto veloce, subito dopo blocca le braccia e le gambe della sua preda. Quando la persona si risveglia, la Pantafica scompare misteriosamente.

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L’immagine evocata è quella di una figura che ricorda una strega, avvolta in un abito bianco e caratterizzata da una bocca o un muso appuntito. Un ulteriore dettaglio narrato è la sua predilezione per creare trecce utilizzando le criniere dei cavalli.

La Pantafica, in definitiva, incarna un elemento dell’immaginario popolare abruzzese e marchigiano.

Questa entità spettrale dalle connotazioni oscure mette in atto delle azioni che si possono ricondurre a esperienze notturne di paralisi, connotate da un’aura di mistero e timore.

Come evitare la Pantafica

L’esperienza di paralisi ipnagogica, che viene collegata dalla tradizione popolare alle streghe, si può evitare. In che modo? Esistono vari metodi. Dormire in posizione supina, ad esempio, poteva scongiurare questa esperienza.

Per tenere a bada l’entità inoltre, si poteva posizionare nei pressi del letto una scopa con molte setole rovesciata nella stanza o all’ingresso della casa. Oppure dei sacchetti di ceci, fagioli o lenticchie. Nella città di San Benedetto del Tronto inoltre, si usa mettere anche dei secchietti di sabbia.

La Pantafica, guidata dalla sua compulsione incontrollabile, inizia a contare le setole della scopa o i legumi fino al momento in cui la vittima si sveglia, senza disturbare il suo sonno.

Queste ultime due opzioni fanno leva su alcune manie della strega, ovvero il suo desiderio di contare oggetti piccoli. Lei adora fare questa operazione, è un qualcosa che non riesce a controllare.

Ma la Pantafica ha un altro punto debole: il vino. Un altro stratagemma per evitare le sue azioni consiste nell’ubriacarla. Basta collocare del vino in camera, sotto al letto o sul comodino.

L’obiettivo è distrarla, attirando la attenzione su altro e non sulla persona fino all’alba, momento in cui le sue malefatte giungono al termine.

Per sfuggire a questa “strega” inoltre, la tradizione popolare suggeriva alcuni atteggiamenti da tenere verso sera: non mangiare pesante, non arrabbiarsi prima di andare a dormire e recitare sempre le preghiere prima di addormentarsi.

I disturbi del sonno e le credenze popolari

I disturbi del sonno sono sempre esistiti e hanno influenzato in modo costante le persone. Anche se non abiti tra l’Abruzzo e le Marche potresti aver incrociato, involontariamente, la Pantafica, conosciuta anche con altre varianti locali.

Le apnee notturne e le paralisi del sonno sono strettamente collegate a questa figura, alla quale l’immaginario collettivo ha attribuito autorità, poteri di divinazione e un’aura mitica.

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La Pantafica si manifesta come una visione che può sembrare conscia nel momento in cui si verifica ma che in realtà costituisce uno stato allucinatorio. L’immagine di solito raffigura una figura umana, spesso una donna anziana con occhi rossi e luminosi, che si posiziona sopra la persona colpita lasciandola paralizzata o che la osserva immobile dalla sua stanza.

La Pantafica
Fonte – Dal film: Pantafa, l’horror ispirato al folklore della leggenda, diretto da Emanuele Scaringi con Kasia Smutniak

I racconti della tradizione

È importante sottolineare che le visioni durante le paralisi del sonno sono incredibilmente varie e ogni individuo “vede” qualcosa di differente durante queste esperienze, che possono essere simili o diverse rispetto a quelle di un’altra persona, creando così una variabilità estrema o una sorta di canonizzazione.

Chi ha avuto la sfortuna di incontrare questa entità, racconta che si è sentito/a bloccato/a nel dormiveglia; non è riuscito/a né a muoversi né a parlare; ha visto un personaggio coperto da un mantello bianco; ha provato terrore, ma non riusciva a scappare.

La responsabile di questa paralisi nel sonno, come abbiamo visto, si pensava fosse la Pantafa (altro nome della Pantafica): una figura con occhi spaventosi, vestita di chiaro e con la faccia aguzza. Questo spettro veniva visto sdraiato, accanto o sopra, il malcapitato. Quest’ultimo non riusciva a muoversi e nel caso in cui provava a fare qualche movimento, si sentiva quasi soffocare.

Quando a San Benedetto del Tronto appariva con la fisionomia di donna anziana e aveva la capacità di provocare delle apnee notturne nel sonno e la sensazione di soffocamento era chiamata “Pantafrica” o “Pantafica”. In questa città marchigiana si narra inoltre la leggenda di una donna che, agli inizi del Novecento del secolo scorso, morì di freddo al porto. La leggenda racconta che il suo spirito sarebbe rimasto sulla riva, nelle vicinanze della statua del pescatore. Questa strana entità è conosciuta con il nome di “Pantàfana”.

Questa figura spettrale viene chiamata in molti modi e tutti molto simili tra loro: “Pantafica”, “Pantafrica”, “Pandafeche”; anche se i più diffusi sono “Pantafa” e “Pantàfana”.

I tratti distintivi della Pantafica

Anche se è chiamata con nomi diversi e non emerge con precisione la sua forma caratteristica, la Pantafica presenta alcuni tratti distintivi ricorrenti che la rendono riconoscibile come figura popolare. L’etimologia di “Pantafica” condivide radici con la parola “fantasma“, derivando dal greco “mostrare”, “apparire”, con varianti locali come “Patasema” o “Patafema” riscontrabili in diverse zone dell’Abruzzo, delle Marche e anche del Lazio.

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La Pantafica si presenta generalmente vestita di bianco o rosso, con una struttura corporea esile, lunghi capelli sciolti e un viso allungato. I suoi occhi rossi fissano intensamente la vittima, causandone il terrore.

A questa figura macabra viene associata anche l’abitudine di urinare sui letti o sulla testa delle vittime, uno stratagemma che i bambini spesso utilizzano per attribuirle la colpa. Va notato tuttavia che, se la Pantafica urina sulla testa, si corre il rischio di essere trasformati in un animale!

Va menzionato che l’atto di urinare durante la notte mentre si è in uno stato di incoscienza, è un fenomeno comune durante le esperienze di paralisi del sonno. Si potrebbe avere, in tal caso, la sensazione di essersi effettivamente alzati dal letto, aver percorso il tragitto fino al bagno e di essersi liberati ma si rimane invece a letto. Dare la colpa alla Pantafica, specialmente in età adulta, sembra essere una pratica comune in queste circostanze.

Conclusione

Per evitare le apnee notturne e le paralisi del sonno quindi, dovrai prendere alcuni accorgimenti. In primo luogo evitare di bere alcool prima di coricarti, mangiare leggero, avere uno stato d’animo sereno e nel caso in cui ti senti un po’ agitato, una buona camomilla o una valeriana ti sarà di aiuto per rilassarti e dormire con tranquillità.

La visione della Pantafica è solamente un’alterazione del sonno e non esiste alcuna entità. Lo dice anche l’etimologia del nome, il quale deriverebbe da una parola latina che, a sua volta, ha origini greche: “phantasma”, la cui traduzione è “fantasma”.

I progressi della scienza sono notevoli ma non conosciamo in modo approfondito il cervello umano e i suoi meccanismi chimici. Molte sensazioni che proviamo e a cui non sappiamo dare delle spiegazioni esaustive sono in realtà dei fenomeni cerebrali, che vengono innescati da processi chimici.

Nonostante questo, l’entità spettrale della Pantafica e il contesto a essa collegato non deve in nessun modo essere sminuito o deriso: deve semplicemente mantenere il suo aspetto folkloristico, tradizionale e storico.

Se perciò ti dovesse capitare di pensare a questa figura demoniaca, magari dovresti semplicemente sorridere e non essere pervaso/a dalla paura!

Img da risorse gratuite – Testo by IlPumoGiallo©

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Sono laureata in Teorie e Tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l'Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.