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Quando si disfa l’albero di Natale (e il Presepe)?

- Gennaio 23, 2023

Quando si disfa l’albero di Natale e si ripone il Presepe? C’è chi smonta tutto subito dopo Capodanno, chi invece aspetta l’Epifania “che tutte le feste si porta via” e chi aspetta febbraio!

Quando si disfa l’albero di Natale e il Presepe

In realtà non esiste una data precisa in cui si smonta l’albero di Natale e si ripone il Presepe ma essa varia a seconda delle tradizioni e delle preferenze personali. Per esempio ci sono alcune tradizioni che smontano tutto ciò che è natalizio solo dopo la festa della Candelora, il 2 febbraio.

E se si è fedeli alle tradizioni religiose è proprio questa data che bisogna rispettare.

La tradizione, squisitamente cristiana, fa coincidere il 2 febbraio con la purificazione della Madre di Gesù dopo averLo partorito.

quando si disfa l'albero di natale e il presepe

Cenni sul concetto di purificazione: la terza sezione del Levitico

Per capire è necessario citare il Pentateuco (i primi 5 libri della Bibbia) e circoscrivere l’argomento al Terzo Libro di Mosè ovvero il Levitico, che contiene principalmente rituali. E’ composto di 4 sezioni più un ultimo capitolo (il 27°) che tratta di tariffari per voti e riscatti.

La sezione a cui farò riferimento è la terza in cui, nell’elenco di impurità, compare il parto.

Giova specificare che nella tradizione ebraica si era impuri dopo la gran parte delle normali azioni quotidiane o ricorrenti nella vita di ognuno.

Per fare un paio di esempi semplici, la donna era “normalmente” considerata impura durante il ciclo (compreso tutto ciò che toccava) o marito e moglie erano considerati tali dopo un rapporto sessuale coniugale (l’impurità durava per il resto della giornata).

Nemmeno i Sacerdoti erano esenti, giacché erano considerati impuri se toccavano un cadavere.

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Essere impuri comportava l’impossibilità di avvicinarsi a ciò che era considerato sacro.

L’impurità dopo il parto

Dopo aver partorito, la neo madre era considerata impura per una settimana e non poteva adempiere ai doveri coniugali per ulteriori 33 giorni se partoriva un maschio, dunque 40 giorni; per due settimane e i giorni di astinenza dai suddetti doveri si allungavano a 66, se invece partoriva una femmina, 80 giorni.

Del resto fu Eva, la donna, che commise il primissimo peccato, così come si legge nella 1 lettera a Timoteo da parte dell’apostolo Paolo: […] e non Adamo fu ingannato, ma chi si rese colpevole di trasgressione fu la donna, che si lasciò sedurre. 15Ora lei sarà salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con saggezza. (Fonte)

Alla fine del periodo di impurità si celebrava un rito di purificazione.

quando si disfa l'albero di Natale
2 Febbraio – Candelora – presentazione di Gesù al Tempio – fonte img

Il 2 febbraio, la purificazione di Maria e la Candelora

Gesù è nato il 25 dicembre. Maria ha partorito un maschio dunque i giorni di impurità sono 40. Il giorno in cui ha potuto ricevere la purificazione cade esattamente il 2 febbraio.

E la Candelora? il 2 febbraio Gesù viene finalmente presentato al Tempio. In questo giorno si accendono le fiammelle delle candele benedette che simboleggiano la luce che Gesù spande sul mondo, scacciando l’oscurità, e la speranza, ponendo fine ad un ciclo.

Seguendo un’altra interpretazione (corredata di proverbi), la Candelora preannuncia anche la fine dell’inverno, dunque l’inizio di nuovi cicli vitali, in questo caso, dei raccolti.

In conclusione

Se si vuole quindi rispettare per filo e per segno la tradizione religiosa, l’albero, così come il Presepe, va smontato il 2 febbraio. Potreste anche smontare l’albero e tenere solo il Presepe.

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Se poi siete religiosi/e ma amate anche lo spirito natalizio, beh, smontate tutto quando vi sentirete pronti/e!

– Postilla –

Le immagini presenti in questo articolo sono tratte da Pexels (risorse gratuite: 1 e 2) e Pinterest.
Testo by IlPumoGiallo©

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Sono nata nel '77, Avvocato e scrittrice. Appassionata di arte e musica, di letteratura e retorica, di storia e di filosofia, faccio della creatività lo svago dalle mie passioni. Amante delle parole in ogni loro forma, scritta e non scritta, mi piace scrivere perché, citando Cesare Pavese, riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla (Cesare Pavese, 4 maggio 1946).

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